Storia di un’autrice self publishing

❓Cosa mi piace del self-publishing?

(Testo altamente ironico – o forse no! 😜)

Partiamo dal presupposto che non sono figlia del self-publishing, nel senso che non ho pubblicato sempre in self. Il mio primo romanzo risale al lontano 2010 con una piccola realtà editoriale di Roma a cui ne sono seguite altre e sicuramente ne seguiranno, ma non voglio spoilerare 😉

Nel 2010 non era tutto come adesso, l’editoria era un mostro a più teste che dovevi affrontare finito di scrivere il tuo testo, di averlo editato, revisionato, riletto. Alla fine di un processo creativo e di correzioni estenuanti inviavi e ti sedevi fuori dalla porta e aspettavi che passasse, non il cadavere dell’editore ma il postino con un contratto editoriale.

Questo preambolo per dire che sono figlia delle lunghe attese in cui aspettavi un responso positivo o negativo o addirittura un responso che non arrivava mai. Siccome sono sveglia dalle 3 di questa mattina mi sono chiesta:

❤️ Cosa amo del self publishing? ❤️

Del self amo…

1️⃣ Le attese che si azzerano, quando sei pronta pubblichi con i tuoi tempi, lunghi o corti che siano (meglio lunghi, una revisione in più non fa mai male). Ti metti la fascia stile Rambo e ti prepari ad affrontare Amazon la sera prima dell’uscita e preghi tutti i Santi che, per il giorno dopo, il tuo romanzo non rimanga intrappolato nel mondo parallelo di KDP Select. Che i guardiani delle porte di Amazon ti facciano accomodare nel salottino dei prescelti senza annullarti il pre-order o l’uscita per qualche oscura ragione ☕️

2️⃣ Puoi scegliere tutti i dettagli che preferisci, dalla copertina all’impaginazione senza vincoli. Puoi commissionarla al grafico di fiducia o appoggiarti a Canva che rende tutti maghi di Photoshop 😜.

3️⃣ Il libro perfetto non esiste! Con il self puoi riaggiornare il file se trovi un refuso scappato agli innumerevoli cecchini che hai assoldato. L’autore self è il maestro del “ricarica il file” e prende caffè e mangia panini con KDP come se non ci fosse un domani (ma li mangia davvero). Non importa dove sei, al supermercato a fare la spesa, in spiaggia? Se la tua migliore amica o il lettore che ti segue da anni ti manda lo screenshot con un refuso, che devi chiedere al barista di cercarlo perché i tuoi occhi non vedono più nulla, si molla tutto, ombrellone e amici, e si corre a casa per regalare ai lettori una copia impeccabile, perfetta o quasi (noi ci proviamo!) del testo.

4️⃣ Impari cose nuove, ti reinventi, la tua creatività si riproduce alla velocità della luce, ti svegli di notte con l’idea grafica del secolo a cui non puoi rinunciare e ti ritrovi invaso da fogli, post-it, disegni, immagini scaricate da diversi siti che per raggiungere il bagno devi seguire le insegne luminose. “Ma questa è casa mia? No, dai, sarà del vicino.”

5️⃣ Arriva il giorno dell’uscita che hai l’ansia. Hai contattato un numero spropositato di Blog, non ti ricordi neanche chi siano e da quando ti sei trasformata nel guru del marketing.

All’ennesima email ti risponde Peppino:

“Mi scusi non capisco, vuole pubblicizzare  il suo libro sul mio blog di calli?”

“Calli? Ma come, quali calli?”

“Lei ha scritto un libro sui calli?”

“Uhm… no, devo aver sbagliato blog, mi scusi, Peppino!”

6️⃣ Hai un delirio di onnipotenza che finisce appena devi repostare 150 condivisioni. Ti si incrociano gli occhi e alla fine pubblichi sempre lo stesso post per tre giorni di seguito, nel mentre, senza saperlo, sei entrata nel libro nero del blog “Nonmiscriverepiùchetimettounastellamenouno”.

7️⃣ Passi i primi tre giorni attaccato al sito di Amazon a controllare le stelle. Aspetti quella da ⭐️ con impazienza e quando arriva chiudi gli occhi e reciti:

“Scontato, banale, già visto, pieno di refusi, scritto con gli arti inferiori, superiori, laterali, con i dorsali, le unghia dei piedi, le orecchie, i denti…”.

Finisci che ti balla l’occhio e pensi: “Ma io te la darei una testa sul setto nasale, con amore, bada bene, ma te la darei”. Ma Amazon è diabolico, lui vede e sa tutto, ci spia dalla fotocamera sullo schermo, l’hanno inventata per lui che deride le sue amate autrici self e cosa fa? Mette la possibilità di rispondere alle recensioni. Lo faccio o non lo faccio? Passi la mattina con i tic alle mani, ti tremano, sono possedute dal demone attaccabrighe, ma ricorda: sei una signora, le signore non dicono parolacce, le star non rispondono ai vip. Ingoi la risposta, sorridi e chiudi la pagina di Amazon. Mah sì, come diceva Rossella O’Hara? Domani è un altro giorno.

8️⃣ Passi dalla disperazione della prima recensione negativa all’euforia del “macché me ne frega a me!” E balli come una pazza per casa che quando torna il tuo compagno e ti vede fare il trenino con i peluche pensa sia già Capodanno (o che tu abbia venduto 100.000.000 copie e lui potrà stare a casa da lavoro e potrete prendere la casa con la piscina che dà direttamente sulla spiaggia di Baywatch).

9️⃣ Una settimana dopo il review tour, review party, review chi cacchione me lo ha fatto fare… Guardi il soffitto bianco, sembra la pagina di word. Disperazione, angoscia, tormento. Il blocco dello scrittore, quel mostro orribile, si impossessa di te, lo senti nell’occhio che balla, nelle mani che tremano, nella testa che è un miscuglio di storie già raccontate e non, di personaggi che passano dall’amore all’odio. Quasi quasi vado a prenderlo anche io il coltello in cucina…

Il tuo compagno: “Perché non dormi?” 

Basta una sola domanda per abbattere ogni diga.

Scoppi a piangere: “Perché non so più scrivere, non ho l’ispirazione, ho finito la fantasia. Dov’è finita quella donna piena di energie e idee che si alzava nel cuore della notte per far parlare Ken, Ry, Luke? Dimmi dov’è? Non mi riconosco più. Sono finita! Non prenderò mai più la penna in mano, basta! Questo libro mi ha prosciugato 😭”

Insomma… è bellissimo pubblicare in self!

Voi non trovate? In quale di questi punti vi riconoscete?

P.S.: 🔟 Al mattino: “Amoreeeeeeeeee, mi è venuta l’ispirazione per una nuova storia, c’è un blog di calli e una scrittrice self che…”

Articolo a cura di

Vanessa Vescera

XOXO
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