Banana Yoshimoto – L’abito di piume – Opinione

Buongiorno Viaggiatori,

oggi parliamo de “L’abito di Piume” di Banana Yoshimoto.

Non avevo mai letto un suo romanzo e mi sono decisa a scoprire questa autrice di cui avevo sentito parlare.

Andiamo ai dettagli.

Titolo: L’abito di Piume

Autore: Banana Yoshimoto

Editore: Feltrinelli

Genere: Narrativa Contemporanea

Collana: Universale Economica

Data di pubblicazione: 15 Giugno 2017

Costo e-book: 6,99 €

Costo Cartaceo: 7,60 € (flessibile)

Numero pagine: 132

Divisore Trama

“Il rosa chiaro dei boccioli di ciliegio e le nostre mani congiunte sembravano illuminare il buio come pallide lucine”

Hotaru torna nel paese natale, un piccolo borgo tranquillo attraversato da un fiume, per dimenticare le sue pene d’amore. Era andata ad abitare a Tokyo dove per otto anni aveva vissuto una relazione sentimentale con un uomo sposato, un fotografo sempre impegnato nel lavoro che inaspettatamente l’abbandona. Il ritorno di Hotaru è un ritorno all’infanzia, un modo per ritrovare pace e serenità tra gli amici e l’affetto della nonna. La madre è morta e il padre, un famoso psicologo, è in viaggio in California. Hotaru trascorre le giornate aiutando la nonna nel suo caffè dall’atmosfera intima e familiare. Rivede luoghi e persone del passato, soprattutto la sua vecchia amica Rumi, dotata di una speciale capacità di intuire ciò che si nasconde nell’animo delle persone. Un giorno, dopo una passeggiata lungo le sponde del fiume, Hotaru incontra Mitsuru, un ragazzo che le lascia una strana sensazione di déjà vu.
Il titolo originale del romanzo, Hagoromo (letteralmente “abito di piume”), indica un particolare tipo di kimono leggerissimo che le tennyo, figure mitologiche dalle sembianze di donne-angelo, indossano per volare tra il mondo terreno e l’aldilà. Guarita dal dolore, Hotaru può indossare il suo “abito di piume” per librarsi in volo verso la vita, rinfrancata e “leggera”, riappropriandosi finalmente della sua gioventù e dei suoi sentimenti.

Autore

Banana Yoshimoto, il cui vero nome è Mahoko, nasce il 24 luglio 1964 a Tokyo, in Giappone, figlia di Takaaki (conosciuto anche come Ryumei Yoshimoto), critico e filosofo nipponico celebre negli anni Sessanta, e sorella di Haruno Yoiko (che diventerà una famosa disegnatrice di anime). Dopo essersi laureata alla Nihon University studiando arte e specializzandosi in letteratura, inizia a utilizzare lo pseudonimo di Banana, ritenuto androgino e gradevole. Inizia la carriera di scrittrice nel 1987, quando lavora in un golf club come cameriera: il suo primo libro, intitolato “Kitchen”, conosce un successo istantaneo, e solo in Giappone si conquista più di sessanta ristampe. Il romanzo, che risente delle influenze di Stephen King (ma in seguito l’autrice rivelerà anche una passione per Isaac Bashevis Singer e Truman Capote), vince il sesto Kaien Newcomer Writers Prize e altri premi come l’Izumi Kyoka Literary Prize e l’Umitsubame First Novel Prize; da “Kitchen”, inoltre, verranno realizzati un film per la televisione giapponese e un film per il cinema realizzato da Yim Ho a Hong Kong.

 

Opinione

È il primo libro che leggo di Banana Yoshimoto, ne avevo sentito parlare tantissimo ma per una ragione o per un’altra ho sempre lasciato perdere. Quando ho letto la trama de “L’abito di Piume” ho pensato: Mah sì, proviamoci!

Penso di aver sbagliato romanzo di partenza ed è per questo che darò a questa autrice un’altra possibilità. Infatti, dopo aver letto i ringraziamenti, ho compreso che il testo peccava della mano inesperta e giovane dell’autrice. Molti a mio parere sono i punti non approfonditi che rallentano la storia. Le emozioni restano in superficie, senza affondare mai nel mare reale e palpabile delle sensazioni come mi aspettavo. Forse questa scelta è dettata dal fatto che l’autrice voleva far percorrere una strada alla nostra protagonista meno dissestata, più serena seppur introspettiva, facendole comprendere quali fossero le cose realmente importanti.

Qual è il posto migliore per ritrovare se stessi se non il proprio paese d’origine?

Così ci ritroviamo a seguire Hotaru, una ragazza giovane che viene fuori da una relazione difficile con un uomo sposato, che si trasferisce da Tokyo, luogo in cui si celano tutti i momenti più belli con l’uomo che ama, per tornare a casa. Abbandona l’appartamento in città di cui è proprietaria per vivere nel magazzino del caffè di sua nonna, dove lavora cercando di reagire alla delusione d’amore. Qui ritrova Rumi, una vecchia amica conosciuta grazie alla relazione tra i loro genitori.

Pensai che la gentilezza disinteressata delle persone, le loro parole spassionate, fossero come un abito di piume. Avvolta da quel tepore, finalmente libera dal peso che mi aveva oppresso fino a quel momento, la mia anima stava fluttuando nell’aria con grande gioia.

Nel percorso di ripresa incontra anche Mitsuru, un ragazzo che le lascia un senso di déjà vu che non riesce a spiegarsi. Sarà la loro amicizia a mettere a nudo un passato al quanto particolare che li unisce.

Ci sono spunti interessanti disseminati lungo tutta la storia che resta comunque lenta, le descrizioni pittoresche non bastano a rendere il romanzo avvincente. Si va avanti nella lettura aspettando la scintilla, quel momento del testo in cui tutto si incendia e prende vita, diventa bruciante e appassionato, tanto da divorare le pagine una dopo l’altra senza riuscire a fermarsi. Ma ne “L’abito di piume” questo non avviene, il rapporto con Mitsuru seppur legato dal destino da un paio di guanti rossi che hanno una grande rilevanza nel testo non viene, a mio avviso, approfondito ed è un vero peccato.

Bellissima la figura della nonna di Mitsuro e dei legami che in qualche modo hanno tutti i personaggi.

È sicuramente un viaggio delicato, senza troppi scossoni alla ricerca di una stabilità emotiva che alla protagonista manca, ma a mio avviso, nonostante ci siano pezzi di una certa rilevanza, una penna che mette in mostra grandi qualità, la storia non decolla.

Leggerò altri romanzi dell’autrice sperando riesca a catturarmi maggiormente con la sua penna.

Lo consiglio a chi non ha troppe pretese e a chi piacciono i libri lenti.

Voi quali libri avete letto di questa autrice?

Cosa mi consigliate come prossima lettura?

Alla prossima, viaggiatori.

XOXO
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